Guarire il dialogo con Dio

Se si intende lavorare su sè stessi al fine di acquisire maggiore consapevolezza, per sè e per gli altri, diventa necessario osseravare il proprio interagire con il prossimo.
Due pensare differenti tra loro generano contrasti quando ogni parte rende prioritario il proprio sentire, il proprio modo di vedere e osservare la realtà. Allora non si presta attenzione e ascolto a chi si sta rivolgendo a noi. In questa chiusura in sè stessi, vi è una sorta di autoprotezione, che impedisce ad informazioni esterne di modificare un pensare, a cui ci si sente legati.
Il pensiero consolidato dalle azioni rese possibili dagli strumenti disponibili, concessi per l'esperienza dell'anima in una realtà, è l'ambiente di lavoro con cui ogni anima consenziente muovi i suoi passi per acquisire nuove conoscenze. Prima di iniziare a lavorare su sè stessi sarebbe opportuno porsi alcune domande ed ascoltare la propria risonanza e inclinazione d'anima.
Se non si comprende ciò che si desidera creare con la propria inclinazione d'anima, il cammino diviene incerto e ombroso, per richiamare l'attenzione dell'osservatore distratto. Per quanto una luce sia avvoltà da oscurità, questa non perde mai il desiderio di fare chiarezza, e se pur lentamente ella prosegue in una costante ricerca di chiarezza in un continuo specchiarsi con i molteplici aspetti del sè padre/madre che si manifesta in essenze multiforme per portare nutrimento alle parti figlie non ancora in luce.
Comprendere di cosa sono fatti i pensieri che compongono il dialogo con le essenze multiforme serve in primo luogo a riconoscersi in esse, e in secondo luogo a non condannare la loro natura in via di sviluppo.
Vi sono delle energie astrali con cui ogni essere umano lavora per acquisire consapevolezza nel corso della sua vita. Queste energie lavorano su polarità opposte tra loro e possono anche essere associate a qualità che ogni individuo sviluppa nel corso della sua esistenza.
Le qualità negative che possono manifestarsi quando si agisce con scarsa osservazione del proprio rapportarsi con Dio, vengono generate da un eccesso di egocentrismo che può scaturire in invidia, orgoglio, rabbia e avidità.
Per creare armonia in una realtà che presenta diversità di pensiero occorre ricalibrare il magnetismo scaturito dal proprio ego, che vorrebbe attrarre tutto solo per sè, ed allinearlo con il magnetismo dell'ego collettivo, in cui vi è una distribuzione equilibrata dei beni per ogni elemento della collettività.
La visione di insieme permette la comunione di intenti ed allontana le qualità negative che si scaturiscono nel non osservare nulla al di fuori di un unico sè disallineato e sconnesso da tutto il resto. Occorre per cui cercare comunione di intenti per creare un valido processo di avanzamento all'interno della realtà in cui si vive, lasciando andare tutto ciò che crea separazione, diversità e all'ontanamento dal senso di collettività.

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